Il solstizio d’inverno è appena passato e la luce del sole comincerà ad illuminarci di più, dandoci quella energia senza la quale né uomini, né animali, né piante, né la stessa Terra potrebbero esistere. Ma un altro Sole, incomparabile col primo, ripete la Sua nascita, sempre uguale e, per altri versi, sempre differente. Nel periodo di Avvento, ci siamo preparati ad accoglierLo. Era necessario perché, come i Pastori ed i Re Magi, comprendiamo che la venuta di Gesù, da sola, non basta. È venuto a trovarci e l’incontro deve avvenire non per caso, ma perché anche noi andiamo a trovarLo. Neppure questo è sufficiente perché, ancora una volta come i Pastori e come i Re Magi, dopo averLo trovato, dobbiamo annunziarLo a chi Lo cerca, stando attenti agli erodi che ancora oggi Lo cercano per ucciderLo. Non è cosa semplice. E’ stato semplice per i Pastori perché erano semplici. Al contrario noi non lo siamo in quanto, trascorsi più di duemila anni, più che carichi del Suo messaggio di Amore, siamo carichi di tante incrostazioni che ci legano alla terra, ci fanno rivolgere lo sguardo sempre più in basso, ci spingono sempre più nella foresta e ci impediscono di vedere il Sole, che pure è già, con la Sua Luce crescente.
Occorre un percorso, da compiere con costanza per attraversare le porte, altrimenti chiuse, che ci stanno davanti. Specialmente ora che innumerevoli cambiamenti incombono su di noi, generando crisi e squilibrio, è essenziale compiere nella fede tutto il percorso che va dalla grotta alla croce e da quest’ultima all’altra più splendida vita che ci attende dopo l’ultima porta.
Compiamo assieme questo percorso, aiutandoci reciprocamente!
Chi sta innanzi tiri a sé chi sta più indietro. Chi sta più indietro non faccia mancare la sua spinta a chi sta più avanti.
Il tutto, senza dimenticare la suprema regola “ora et labora”, prega e lavora.
Il Templare non è mai stato, non è e non sarà mai un asceta lontano dal mondo.
Ogni dama ed ogni cavaliere è nel mondo, ma non del mondo.
Dunque, la nostra sia una fede viva ed attiva, profonda ed operosa, capace di guardare ad un tempo il passato che ci sta dietro ed il futuro che ci aspetta davanti. Simile al Bambino che nasce, a Maria nella quale è stato concepito, alla rossa Croce dei Nostri Vessilli, possa ogni Templare avere la capacità di conciliare in sé il Cielo e la Terra.
In occasione delle Festività Natalizie e del prossimo 2020, tale augurio raggiunga, i Dignitari ed i Cappellani e tutti, Sorelle e Fratelli, della
Nuova Militia Christi “Ordine dei Cavalieri Templari”.